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la scortecata

liberamente tratto da lo cunto de li cunti di Giambattista Basile

testo e regia Emma Dante

con Salvatore D’Onofrio, Carmine Maringola

elementi scenici e costumi Emma Dante

luci Cristian Zucaro

Coproduzione Atto Unico/Sud Costa Occidentale, Festival di Spoleto e Teatro Biondo di Palermo

La scortecata è “lo trattenimiento decemo de la iornata primma” di Giovan Battista Basile e narra la storia di un re che si innamora della voce di una vecchia, la quale vive in una catapecchia insieme alla sorella più vecchia di lei. Emma Dante riscrive e dirige la fiaba ambientandola in una scena completamente vuota ed affidando a due uomini il ruolo di due personaggi femminili, come nella tradizione del teatro settecentesco. Le due vecchie, sole e brutte, si sopportano a fatica ma non possono vivere l’una senza l’altra.

Un mignolo lucente e tentatore, rimando erotico per eccellenza, è la miccia che dà sangue al congegno drammaturgico. Appartiene a una delle vecchie, ma il re che lo brama (parte di un tutto immaginato come prelibatezza sensuale) non lo sa. Quando la vegliarda finisce nel suo letto, il sovrano ne ha orrore, e la butta giù dalla finestra.

Stanca dell’illusione rappresentata in scena, la più giovane, novantenne, chiede alla sorella di scorticarla per far uscire dalla pelle vecchia la pelle nuova. Il dialetto napoletano dei personaggi, nutrito di espressioni gergali, proverbi e invettive popolari, produce modi e forme espressamente teatrali tra lazzi della commedia dell’arte e dialoghi shakespeariani a delineare una morale forte e sempre attuale.

Un condensato dell’arte scenica che ha reso famosa, e adoratissima la regista siciliana Emma Dante.

 

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